aV ovvero il Non-Senso
Generato Automaticamente
aVanvera si è fatta venire un'idea geniale, che potrebbe essere definita anche stupida.
Perché faticare a scrivere cose stupide e senza senso, quando si può generare i Non-Senso in modo automatico e senza fatica?
Già da tempo la scienza informatica, i calcolatori elettronici e i Javascript permettono ciò: perché non sfruttarli?
aV si trasforma: le sue sezioni vengono dedicate dunque e sanza indugio alcuno alla Generazione Automatica di Testi Non-Sense, in cui l'interazione uomo-macchina crea discorsi artificiali.
Segue sproloquio non-esplicativo, anti-ontologico con doppio ripieno ai funghi e pizzaiola. Perdipiù, assolutamente trascurabile.
Come tutti ben sanno, una qualsiasi comunicazione può essere schematizzata come costituita da:
- una sorgente del messaggio da comunicare
- un ricevitore del messaggio da comunicare
- un canale di trasmissione su cui viaggia il messaggio.
aV individua due grandi filoni di generazione di messaggi non-sense:
- parole stupide già in partenza, la cui ricombinazione casuale genera ulteriore stupidità oltreché non-senso
- testi (o meglio, parti di testi) codificati inizialmente perfettamente sensati che, ricombinati casualmente con l'aggiunta eventuale di non-senso di decorazione, generano non-senso
Obiettivo finale di tutto l'ambaradan è comunque generare stupidità sotto forma di parole, che emuli il più possibile il parolaio senza senso in cui siamo immersi sommersi e bombardati e immerdati.
Allla prima categoria appartengono i vari discorsi, proverbi, modi di dire e frasi fatte ricombinate, di origine più che altro verbale.
Datosi che l'attività parlatoria "quotidiana" delle cosidette Persone Normali difficilmente risponde a criteri di logicità, necessità e consequenzialità, per riprodurre l'eloquio della gente in fila alla Posta, alla Banca, dal Fruttivendolo o in Rosticcieria è giuocoforza necessario riprodurre tali caratteristiche pseudo-casuali dell'attività fonatoria comune, che scaturisce spontanea dagli organi preposti senza che vi sia necessità di senso o contenuto del messaggio emesso.
Eppercui quindi per cercare di riprodurre i concetti e i discorsi che si sentono in fila alla Posta, in Banca etc è necessario tenere conto di:
- mancanza di necessità della comunicazione
- mancanza di senso del messaggio
- mancanza di attività cerebrale della sorgente
- mancanza di voglia di ascoltare da parte del ricevente
- adesso mi scusi è il mio turno ci vediamo la prossima volta
- ha poco da fare il furbo, lei, guardi che c'ero prima io!
- ma figuriamoci! Io è da mezz'ora che aspetto, e quando sono arrivato lei non c'era
- ah, già, e dov'ero, io, magari a casa a grattarmi la pancia, vero?
- mah, io non so cosa fa lei nel tempo libero, ma qui non era.
Alla seconda categoria appartengono i testi codificati quali gli oroscopi, i notiziari sulla viabilità, eccetera: tutti testi ben formati e autonomamente sensati, ma che se vengono opportunamente ricombinati, e addizionati di nonosense precotto, anche loro si destrutturano e diventano nonsense, per la gioia di grandi e piccini.
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